Nel silenzio sospeso tra pelle e natura,
una donna si lascia attraversare dal ramo spoglio,
come se la vita stessa l’avesse disegnata
con linee fragili e vere.

Il suo sguardo – limpido, profondo –
non teme di nascondersi tra le foglie,
ma si rivela, con forza quieta,
nello spazio dove l’umano incontra il selvatico.

C’è un linguaggio muto in ogni dettaglio:
nella curva del legno, nel respiro della foglia,
nei suoi occhi, che sono rifugio e tempesta.

Essere e natura non si sfiorano soltanto.
Si fondono.
Si ascoltano.
Si ricordano.