Ha poggiato il volto sul tronco
come si fa con chi si ama da sempre.
La corteccia le ha sfiorato la pelle,
senza paura, senza fretta.
Un incontro antico — carne e legno,
respiro e linfa.

Non cerca rifugio,
ma riconoscimento:
nell’abbraccio all’albero
ritrova il proprio nome non detto,
quel senso di appartenere
a qualcosa che cresce in silenzio
e resiste.

Sotto le dita la trama ruvida
racconta il tempo.
E lei ascolta,
non con le orecchie,
ma con tutta sé.